Questa roccia metamorfica formata da cristalli di carbonato di calcio è localizzata nelle Alpi Apuane, patrimonio estrattivo marmifero di rara similitudine che si estende per 160 km quadrati; dal mare Ligure alla Garfagnana nel territorio della Toscana settentrionale, attraversando la provincia di Massa- Carrara e Lucca.
Già i Romani utilizzavano enormi blocchi di Marmo, estratti con tecniche manuali ingegnose, per costruire templi, colonne, capitelli, ma ancora più importanti statue, manufatti di pregio che ancora oggi possiamo ammirare non solo in Italia, possiamo vantarci di possedere una ricchezza naturale di inestimabile valore.
La Pietà di Michelangelo un esempio di raffinata bellezza prodotta da un unico blocco di Marmo.
Il ciclo di vita del marmo di Carrara
Il suo “ciclo di vita” si misura in migliaia di anni. Quando piove le gocce d’acqua che cadono sulle rocce calcaree innescano una reazione chimica.
A contatto con le rocce, l’acqua scioglie una parte del calcare in bicarbonato di calcio che, diluito nell’acqua, penetra nella crosta terrestre, alimentando fiumi e laghi sotterranei per poi riaffiorare nelle sorgenti. Durante i percorsi carsici parte dell’acqua filtra nelle micro fessure delle rocce formando delle gocce che restano sospese nelle volte delle grotte.
Le correnti che soffiano in queste cavità sfiorano la superficie delle gocce d’acqua facendo evaporare di nuovo l’anidride carbonica. Da tutto questo residuano sottili strati di carbonato di calcio che , lentamente danno vita a stalattiti e stalagmiti.
Le rocce calcaree affiorano in molte aree della superficie terrestre: ora con le vesti di estensioni pianeggianti, ora erette come, appunto la catena delle Alpi Apuane o le Dolomiti. Certo è che per la formazione del marmo, che è una roccia calcarea metamorfica non semplicemente sedimentaria come lo sono le guglie delle stalattiti, occorrono anche altre condizioni come la pressione e/o movimento della crosta terreste e/agenti atmosferici.
Per quest’ultimo aspetto il risultato della qualità del marmo è differente e differenti saranno le caratteristiche di durezza e compattezza che ne permetteranno la lavorazione .
Il colore del marmo di Carrara dipende dalla presenza di minerali accessori e le venature sono causate da presenza di impurità.
La storia mineralogica dei minerali del marmo di Carrara appartiene i giorni nostri. Con i sistemi di analisi attuali si sono potute classificare specie rare ed inedite fino ad arrivare a circa 120 minerali riconosciuti e molto apprezzati, di cui un numero cospicuo appartiene ai minerali originatisi nelle cavità del marmo di Carrara.
Come si estrae il marmo di Carrara?
Curiosando qua e là per le cave ancora oggi si possono intravedere i segni di lavorazione databili all’età post-etrusca e romana, alcuni reperti trasportabili si possono osservare da vicino in piccoli musei a cielo aperto adiacenti a piccoli chioschi di vendita di souvenir marmorei sulle vie delle cave.
Le cave di marmo di Carrara e di recente del bacino di Massa, forniscono da oltre 2500 anni blocchi di marmo di qualità elevata, milioni di tonnellate di pregiato materiale usato da celebri scultori ed architetti del passato e presente per la realizzazione delle più prestigiose opere scultoree ed architettoniche in tutto il mondo.
Quello del marmo è un lavoro duro che tempra lo spirito e il carattere delle persone. I cavatori con i monti hanno un rapporto particolare di confidenza e rispetto.
I frondi delle cave non sono mai lineari; ogni giorno è diverso con il sole che brucia o il vento gelido che punge le mani. I rischi sono sempre in agguato. Se ripercorriamo in bianco e nero la vita dei cavatori e dei lizzatori negli anni cinquanta e sessanta ci immergiamo in uno spaccato di vita con un’atmosfera epica.
Da allora sono stati migliorati alcuni modi e usi di lavorazione per proteggere e mettere in sicurezza gli operatori del marmo, alcuni esempi:
- La lizzatura, metodo utilizzato per far scendere gli enormi blocchi a valle, i materiali di scarto e detriti servivano per costruire sentieri sulle pendici delle montagne e i lizzatori accompagnavano i blocchi giù per la valle
- La Polvere prica, una piccola esplosione che permetteva di produrre grandi quantità in tempi brevi
- Il filo elicoidale, una novità del 1895 nato per facilitare la riquadratura dei massi .
Da allora sono cambiate tante cose: alle cave ci si arriva in auto, le lame hanno sostituito il filo elicoidale, la riquadratura dei blocchi non si fa più a colpi di martello o scalpello ma con i telai monolama e il marmo viene trasportato con i camion.
Sulle facce dei Cavatori, tuttavia, si riconoscono gli stessi occhi e le stesse espressioni di rispetto e amore per i monti, orgogliosi di salire in cava ogni giorno.
Grazie a questo duro lavoro è certo che ogni blocco ha la sua storia e questo ne fa un prodotto sempre unico e irripetibile.
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